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Oct 14, 2023

Niente Iene per Noi, solo Santi

Rev. Peter MJ Stravinskij

Martedì 9 maggio 2023

Nota: Mille grazie a tutti voi che ieri avete risposto – e così generosamente – all'inizio della nostra campagna di raccolta fondi di metà anno. Siamo partiti bene. Ricevo e leggo tutti i vostri messaggi e vorrei poter rispondere a ognuno di essi. Ma il tempo e il volume lo impediscono. Ti assicuriamo, tuttavia, che tutti noi, staff e scrittori, apprezziamo profondamente il tuo supporto. Un lettore ha commentato che le piaceva particolarmente il limite di 1000 parole nelle nostre colonne. Lo faccio anch’io e lo applico rigorosamente, con irritazione dei nostri scrittori – tranne oggi. Penso che dovremmo ascoltare questo messaggio un po’ più lungo sull’educazione cattolica, che credo sarà l’unica via efficace per uscire dal buco che ci siamo scavati, sia nel mondo secolare che nella Chiesa, anche se potrebbe volerci un po’ di tempo. generazione o due.– Roberto Reale

(Quello che segue è estratto da un'omelia predicata alla Messa di inaugurazione della Awards Night della Catholic Education Foundation presso la Chiesa dei Santi Innocenti a New York City il 26 aprile.)

Una volta il suo vescovo chiese al cardinale San John Henry Newman quale pensava potesse essere il posto dei laici nella Chiesa. Lui replicò: “La Chiesa sembrerebbe sciocca senza di loro”. Una risposta insolitamente laconica per Newman. Il che porta alla domanda successiva: se la Chiesa apparisse sciocca senza i laici, che tipo di laici contribuirebbe alla sua edificazione ed efficacia? Newman ce lo dice chiaramente: «Voglio laici, non arroganti, non avventati nel parlare, non polemici, ma uomini che conoscano la loro religione, che vi entrino, che sappiano esattamente dove stanno, che sappiano cosa pensano e cosa pensano. no, che conoscono così bene il loro credo da poterlo rendere conto, che sanno così tanto della storia da poterlo difendere. Voglio un laicato intelligente e ben istruito”.

E cosa realizzerà un tale “laico ben istruito”? Sarà:

stai guadagnando quella giusta fiducia in te stesso che è così necessaria per te. Allora non avrai nemmeno la tentazione di affidarti ad altri, di corteggiare partiti politici o uomini particolari; preferiranno corteggiarti. Non sarai più scoraggiato o irritato. . . , nel trovare difficoltà sulla tua strada, nell'essere insultato, nel non essere creduto, nell'essere trattato con ingiustizia. Ricadrete in voi stessi; sarai calmo, sarai paziente. L’ignoranza è la radice di ogni piccolezza.

Come convincere questi “laici ben istruiti” a realizzare la “nuova evangelizzazione” – quella vita e predicazione del Vangelo in terre un tempo cristiane? Abbiamo la risposta nella fondazione dell'Università Cattolica d'Irlanda da parte di Newman, certo, ma anche (e soprattutto) nella fondazione della Oratory School a Birmingham, spesso chiamata "la pupilla dei suoi occhi".

Il progetto educativo, però, si colloca sempre all'interno di un particolare ambiente culturale e politico. Contemporaneo a Newman, in questi climi, incontriamo il focoso e appassionato John J. Hughes, primo arcivescovo di New York, che protegge il suo gregge assediato da un feroce anticattolicesimo, tanto da fargli dichiarare, senza tema di smentita: “Il sono arrivati ​​i giorni. . . in cui la scuola è più necessaria della chiesa”.

Anche John Lancaster Spaulding, vescovo di Peoria dal 1876 al 1908, sosteneva: “Senza scuole parrocchiali, non c’è speranza che la Chiesa possa mantenersi in America”. I vescovi della nostra nazione lo capirono molto bene quando, nel loro concilio plenario del 1884, ordinarono l’istituzione di una scuola cattolica in ogni parrocchia, con l’obiettivo di avere ogni bambino cattolico in una scuola cattolica. Non abbiamo mai raggiunto completamente questo obiettivo, ma ci siamo andati vicini, finché non abbiamo perso il coraggio e il senso dell’orientamento.

Mentre i vescovi degli Stati Uniti respingevano gli assalti dei bigotti protestanti, il sempre preveggente Newman aveva scavato più a fondo e aveva scoperto un fenomeno ancora più inquietante nel suo sermone “L’infedeltà del futuro” (per “infedeltà”, intendeva mancanza di fede nel soprannaturale).

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